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Sicuro sono sulla tua tavola e risultano tra i cibi più contaminati da microplastiche

La presenza di microplastica in alcuni cibi di largo consumo, degli inquinanti pericolosi da non trascurare.  

L’inquinamento da plastica è una realtà dalla quale è impossibile sfuggire, nonostante tutti gli sforzi per limitarne l’impatto dalla produzione alla distribuzione, nell’alimentazione come in altri settori merceologici. Ma se la presenza di plastica e la sua capacità di resistere e inquinare nel corso del tempo è una consapevolezza abbastanza diffusa, lo stesso discorso non è possibile con le microplastiche.

Sicuro sono sulla tua tavola e risultano tra i cibi più contaminati da microplastiche – ketumbar.it

Infatti proprio per le sue caratteristiche fisiche il pericolo delle microplastiche è in gran parte sottovalutato. Manca la maggior parte delle volte anche l’idea che le microplastiche possano contaminare alimenti e cibi quotidiani. Non bisognerebbe mai dimenticare che le microplastiche sono associate da tutti gli studi scientifici a malattie dell’apparato endocrino molto serie.

Microplastica negli alimenti, quali i più contaminati

Alcuni dati fanno semplicemente rabbrividire. Secondo recenti analisi, condotte da varie università europee e canadesi, considerando la larghissima diffusione delle microplastiche ovunque dagli oceani ai vari strati dell’atmosfera, ogni individuo dei paesi occidentali ingerisce microplastiche ogni settimana per un peso equivalente a una carta di credito.

Microplastica negli alimenti, quali i più contaminati – ketumbar.it

Sono i paesi occidentali a presentare numeri più preoccupanti riguardo le microplastichea. Ma oltre alla respirazione come finiscono nel nostro corpo questi elementi? La risposta è semplice attraverso l’alimentazione. Soprattutto i cibi di origine animale ne contengono delle quantità elevate, considerando la lunga catena alimentare. Pesci e animali d’allevamento in genere registrano nei loro tessuti depositi consistenti di microplastiche.

Ma anche i prodotti vegetali da coltivazioni intensive ne contengono quantità preoccupanti. Esiste poi un inquinamento secondario dovuto alle fasi della lavorazione e della distribuzione. In particolare il packaging è responsabile di molto dell’inquinamento da microplastiche. Dalle ricerche emerge che quasi tutti i cibi sono contaminati da frammenti di fibre tessili sintetiche, particelle di plastica rigida e da gomme di varia origine.

Vediamo allora quali sono i prodotti più inquinati. Emerge immediatamente che il pesce rappresenta l’alimento più inquinato, non una sorpresa considerando che le microplastiche sono presenti in larga misura negli ambienti marini. Così gamberetti impanati, bastoncini di pesce, gamberetti lavorati e freschi sia bianchi che rosa, merlano, ostriche, cozze e molluschi in genere hanno concentrazioni alte di microplastiche.

Concentrazioni più basse, ma sempre preoccupanti da alimenti lavorati di origine animale, come i nugget di pollo, i controfiletti di manzo, le lombate di maiale, i petti di pollo. Inquinanti non mancano nemmeno, e sono alti, negli alimenti per diete vegetariane e vegane dai nugget vegetali ai bastoncini di verdure, ai preparati a base di tofu.

Microplastiche di dimensioni decisamente più piccole, ma non per questo innocue, si rintracciano anche nella frutta e nella verdura. In particolare si trovano in mele, pere, broccoli, carote e lattuga.

Vincenzo Pugliano

Redattore e collaboratore di vari siti, mi occupo di temi connessi all'economia, alla cronaca, ai viaggi, ai diritti sociali fin dalla laurea in storia contemporanea. Nel settore editoriale ho collaborato con varie riviste e periodici come Suono, Lettera Internazionale e Giano con i ruoli di redattore, segretario di redazione e correttore di bozze. Anche la lunga esperienza nel settore dell'assistenza professionale per la disabilità visita, mi ha fornito strumenti utili per i temi dell'inclusione e dei diritti.

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