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Ketumbar, Ristorante con Dehor a Roma Testaccio

KETUMBAR Ristorante con Dehor Roma Testaccio

Aperto ad ottobre 2000 sotto il Monte dei Cocci nel cuore dello storico quartiere Testaccio, il Ketumbar è da tempo protagonista del panorama gastronomico di Roma. Il ristorante s’impone da sempre per la sua impronta culinaria incline all’uso di materie prime eccellenti, proponendo specialità bio con abbinamenti di vini pregiati, birre artigianali e ingredienti sempre di prima qualità.

La cucina del Ketumbar, Ristorante a Roma Testaccio, si ispira alle lavorazioni più antiche per declinare i saperi e i sapori “di una volta” in piaceri autentici, tenendo sempre d’occhio la varietà dei prodotti in base alla stagionalità. Le proposte di terra e di mare, le scelte vegetariane e vegane, rappresentano il territorio del gusto sul quale ci misuriamo.

Vi aspettiamo in sicurezza al Ketumbar nello spazio esterno, per i nostri imperdibili e coloratissimi Aperitivi* , per le cene con proposte della Romanità e contaminazioni dal mondo, per i nostri Brunch* e Pranzi del sabato e della domenica e per testare la nostra carta dei vini, anche alla mescita, sintesi delle più interessanti realtà italiane, ma anche dei vitigni autoctoni, meno conosciuti ma molto spesso sorprendenti, dei vini biologici, biodinamici e naturali.

* La fruizione dell’Aperitivo e del Brunch, in questo periodo, non può essere effettuata a buffet, pertanto per l’Aperitivo abbiamo creato un bel piatto gigante, colorato ed abbondante, al  costo è di 8€ + il costo della bevanda.
La fruizione del Brunch è invece organizzata sempre al tavolo in 4 tempi:  antipasti, primi  secondo e contorni, infine  dolcetti, al costo di 18€ (bevande escluse).

Ketumbar Roma Testaccio – Via Galvani, 24 – 00153 Roma.

Orari apertura: dal Martedì al Venerdì dalle 16 alle 23 Sabato e Domenica dalle 12:30 alle 23.

Prenotazioni su info@ketumbar.it o whatsapp 320-1925460 oppure puoi anche prenotare qui online !

Cucina gourmet: cucina per buongustai

Oggi nel nostro blog vogliamo approfondire un termine tanto in voga negli ambienti gastronomici: la cucina gourmet.

Ma che cosa si intende esattamente per cucina gourmet?

La cucina gourmet comprende tutti quei piatti sapientemente realizzati grazie all’utilizzo di ingredienti di prima qualità.

ORIGINI DEL TERMINE GOURMET

Il termine gourmet deriva dal francese e significa letteralmente “buongustaio”.

Nel XVII sec. in Francia il gourmet era colui che si spostava come un turista errante alla ricerca di prodotti gastronomici raffinati, ma al tempo stesso pieni di genuinità e tradizione. In questo senso il gourmet era un particolare esploratore che girava con curiosità per conoscere le bellezze di luoghi sconosciuti, ma soprattutto per gustare le loro bontà culinarie.

Negli anni il termine ha sostanzialmente cambiato accezione, infatti arrivando ai tempi attuali, il concetto della “cucina per buongustai” è andato pian piano distaccandosi dalla sua definizione primaria. Il concetto di gourmet per come viene inteso dalla gastronomia 2.0 è innanzitutto messo in contrapposizione, soprattutto negli Stati Uniti d’America, con la cucina da fast food.

Molte interpretazioni tendono a sostituire la “cucina per intenditori” scambiandola per quella innovativa. La ricerca esasperata di nuovi abbinamenti gastronomici nell’utilizzo degli ingredienti ha condotto il vero significato originario del gourmet fuori dai suoi binari, infatti un piatto non dev’essere per forza ricco di stravaganza e originalità per essere considerato un cibo da buongustai, piuttosto è fondamentale che tutti suoi ingredienti siano selezionati e di alta qualità. L’errore da non commettere è quello di arrivare a confondere la cucina gourmet con l’innovazione gastronomica.

LA CUCINA GOURMET IN ITALIA

In Italia il termine gourmet sembra mantenere il suo significato storico.

Infatti nel Belpaese la cucina gourmet è accostata all’utilizzo di materie di assoluta eccellenza e selezionate. Ecco dunque che anche i piatti più semplici posso essere definiti gourmet. Basta che siano cucinati con ingredienti di primissima qualità.

Pensate che anche una pizza margherita o un panino possono essere gourmet, però entrambi devono essere realizzati con materie di altissima qualità e magari con qualche accostamento particolare.

Ovviamente nella cucina gourmet la presentazione del piatto svolge un ruolo fondamentale, deve essere infatti ai massimi livelli, bella e scenografica.

I piatti devono essere dunque qualitativamente eccelsi ed esteticamente curati.

Un fattore non ultimo è che la cucina gourmet, per il modo in cui si è evoluta, non esalta soltanto il palato con sapori ricercati ma fa anche bene all’organismo perché le materie prime eccellenti sono assolutamente più sane.

 

La cucina del Ketumbar è una cucina sana e gustosa che utilizza materie prime eccellenti e propone specialità bio con abbinamenti di vini pregiati e birre artigianali.

Il menù comprende proposte di terra e di mare nonché piatti vegetariani e vegani, tutti all’insegna di qualità e stagionalità.

Saccottino fillo con salsa ponzu – Ketumbar

Non avete ancora provato la nostra cucina ?

Fatelo non ve ne pentirete…..

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Ricetta estiva fagiolini al vapore un toccasana per l’umore

I fagiolini al vapore sono un contorno estivo sano e appetitoso da preparare in vari modi.

La nostra cuoca Alessia prepara i fagiolini al vapore sfumandoli con la salsa di soia e adagiandoli su una salsa a base di gustosissimo latte di cocco, che li rende quasi una piatto fusion.

Questa contaminazione tra un contorno tipicamente mediterraneo, abbinato ad un latte vegetale etnico, rende i fagiolini al vapore sfiziosi e profumati.

I fagiolini fanno parte della famiglia delle leguminose. Durante l’estate li possiamo trovare freschi. Sono arrivati in Europa dopo la scoperta dell’America e ora sono diffusi in tutta Italia e nel mondo.

I fagiolini posseggono davvero tantissime proprietà benefiche, ma soprattutto sono ricchi di vitamina B6 che, oltre ad essere coinvolta in moltissime reazioni metaboliche importanti, è anche uno dei fattori responsabili della produzione di serotonina.

Dunque l’azione benefica dei fagiolini al vapore si esplica proprio in termini di benessere: favoriscono il sonno, diminuiscono gli stati d’affaticamento e persino i malumori. Inoltre sono ricchi di antiossidanti naturali e manganese che aumentano le difese immunitarie.

Non sono da meno i pomodori e la cipolla che rappresentano dei farmaci naturali che difendono il nostro organismo. Se poi scegliamo prodotti eccellenti come i deliziosi pomodori merinda siciliani e la cipolla calabrese di Tropea, il gusto ne giova notevolmente.

Ma andiamo a scoprire la ricetta firmata “Ketumbar”.

Ingredienti:

Fagiolini 800gr
Cipolla fresca di Tropea 1 mazzo
Pomodori Merinda di Pachino 600 gr
Brodo vegetale precedentemente
preparato q.b.
Timo fresco 7 rami
Sale un pizzico
Salsa di soia 5 cucchiai
Latte di cocco 500 gr
Olio EVO 2 cucchiai

Procedimento:

Bollire i fagiolini per 4 minuti e dopo averli scolati versare in una boule con acqua, ghiaccio e un pizzico di sale.
Versare l’olio nella padella, subito dopo, i pomodori tagliati a spicchi e insieme la cipolla a rotelle con diametro di 2 cm.
Far insaporire qualche minuto e sfumare con la salsa di soia.
Versare le foglioline dei rami di timo.
Aggiungere due mestoli di brodo di verdure filtrato.
Far asciugare e aggiungere il latte di cocco.
Passati 7/8 minuti la salsa sarà pronta per essere versata su un piatto da portata dove avremo adagiato i fagiolini al vapore.
Finire il piatto con qualche goccio di olio e sale se necessario.

Mangiare con gusto!

Fagiolini al vapore – Ketumbar

Queste è altre specialità a Km0, le trovate al nostro Bio Brunch del week-end… non perdete l’occasione di mangiare sano e bene !

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Il Gay Village torna a Testaccio

Eccoci arrivati all’esordio di uno dei maggiori eventi dell’estate romana: il Gay Village edizione 2018, domani apre i battenti a Testaccio nella Città dell’Altra Economia. Dopo anni di esilio all’Eur, il Gay Village torna alle origini, torna cioè a Testaccio dove esordì nel 2002, ben 16 anni fa.

Locandina Gay Village – 2002

Ma che cos’è esattamente il Gay Village e cosa rappresenta?

Il Gay Village è uno delle più grandi manifestazioni culturali, organizzate a partire dal 2002, che prende vita da giugno a settembre. L’idea è quella di un villaggio globale all’interno del quale vige la regola della libertà, proprio per questo è uno dei principali luoghi di ritrovo della comunità omosessuale e non solo.

Nel 2011 vince il “Best Event Awards per il miglior evento pubblico dell’anno. Viene  giudicata una manifestazione fuori dagli schemi convenzionali che riesce a  posizionarsi a livelli molto elevati in termini di marketing e adesione del pubblico, veicolando messaggi sociali importanti e  di forte impatto mediatico.

Il Gay Village svolge un ruolo cardine nel contrastare e arginare l’odio verso coloro che sono “percepiti” come minoranze o più deboli.

Il Gay Village 2018, arrivato alla sua 17° edizione, torna a Testaccio adottando quella formula che lo vide diventare luogo di rinascita e di aggregazione di un’intera comunità, fino a quel momento esclusa dall’estate romana.

Locandina Gay Village – 2018

 

Dal 31 maggio all’8 settembre, il  Gay Village riaprirà i battenti sette giorni su sette, proprio come 16 anni fa.

La splendida location di quest’anno comprende 20.000 metri quadrati di spazio, due piste da ballo, campo da skate e da basket per i più sportivi. Questa location sarà il contenitore non solo di serate danzanti, ma anche di rassegne cinematografiche, presentazione di libri, teatro.

Un villaggio che tornerà ad essere accentramento culturale e non solo discoteca a cielo aperto.

Noi del Ketumbar siamo molto lieti che un evento così importante si svolga nel nostro Rione Testaccio che, da qualche anno, grazie alla presenza di cultura, arte e cibo è tornato ad essere il quartiere più all’avanguardia nelle diverse produzioni culturali di Roma.

Vi invitiamo dunque a partecipare al Gay Village, ma ovviamente prima passate a gustare uno dei nostri piatti!

Riserva subito il tuo tavolo!

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Dove va la ristorazione Italiana ?

“Lo sviluppo del comparto alimentare made in Italy è una sfida da vincere in casa, ma anche e soprattutto…fuoricasa.” Cibus 2018

La ristorazione italiana è un settore importante sia sul piano culturale che dal punto di vista commerciale e lavorativo.

Il consumo nella ristorazione italiana vale oltre 83 miliardi di Euro, che equivale al 35% di tutte le spese per consumi alimentari degli italiani.

Il trend della ristorazione italiana è di nuovo in crescita, secondo numerosi osservatori nel 2017 ha superato il fatturato pre-crisi, ed il 2018 si preannuncia ancora migliore. Nel dettaglio del rapporto sulla ristorazione italiana elaborato dalla FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), nel 2017 hanno mangiato fuori casa oltre 54 milioni di persone ed oltre la metà lo fa abitualmente.  La fascia più attiva è detenuta dai Millennials (i nati tra il 1980 ed il 2000) di cui quasi 7 milioni mangiano fuori casa regolarmente, cosa che ovviamente fa ben sperare per il futuro andando a creare un trend di comportamento.

Ma dove va la ristorazione italiana ? Quale sarà il suo futuro ?

Ne parleranno gli esperti del settore al prossimo Workshop organizzato a Roma dalla FIMAR (Federazione Italiana Manager della Ristorazione) lunedì 28 Maggio, dove si parlerà di Ristorazione 4.0.

Ma che cos’è la Ristorazione 4.0 ?

La quarta rivoluzione industriale, cioè l’inserimento di nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità degli impianti, sta avendo un forte impatto su tutti i settori tra cui quello della ristorazione che, insieme al turismo ed al made in Italy, si afferma come traino dell’economia italiana.

Innovazione, digitalizzazione e relazione con il Cliente, sembrano essere i temi fondamentali a cui deve pensare la Ristorazione Italiana.

La ristorazione italiana nel futuro non punterà infatti solo sull’esperienza sensoriale del food e sulla qualità delle materie prime, ma sarà sempre più connessa all’esperienze che il cliente vive all’interno del locale, in cui il digitale giocherà un ruolo fondamentale.

Qualità delle materie prime, originalità del concept e la capacità di fornire un’elevata customer experience, attraverso servizi innovativi: sono questi gli ingredienti alla base del processo di innovazione che sta coinvolgendo il mondo della ristorazione.

 

Noi del Ketumbar saremo presenti al prossimo work-shop sulla Ristorazione 4.0, perché da sempre cerchiamo di offrire un format innovativo e attento alla relazione con il cliente. Usiamo materie prime di ottima qualità, apparecchiature moderne e innovative per cuocere i cibi (come la cottura a bassa temperatura), siamo molto attenti all’ esperienza che vive il cliente nel nostro locale, organizzando serate particolari ed eventi interessanti, infine siamo molto attivi sui nostri canali social per offrire contenuti che siano in grado di arricchire il know-how degli utenti o di risolvere un’esigenza.

Cerchiamo inoltre di suscitare un’emozione con messaggi fotografici per instaurare un meccanismo di condivisione, interazione e relazione con il nostro pubblico.

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Ricetta estratto multivitaminico fragole e barbabietola rossa

L’estratto multivitaminico è un succo molto buono e salutare che costituisce un modo intelligente di assumere tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno il nostro organismo.

Infatti è risaputo che frutta e verdura fanno bene e che devono essere mangiati ogni giorno, ma per ottenere maggiori benefici, le verdure devono essere consumate crude perché così si conservano tutte le proprietà che in cottura andrebbero perse.

Inoltre, combinando frutta e verdura in un estratto multivitaminico si può potenziare l’effetto positivo sul nostro organismo,  infatti  bevendone il succo, il nostro corpo ha subito a disposizione gli elementi nutrizionali di cui abbiamo bisogno, a differenza di quanto accadrebbe mangiando la stessa frutta e verdura che dovrebbero, invece, essere prima digerite, e solo dopo molte ore, potrebbero poi assolvere alla loro funzione.

Certamente la frutta e la verdura vanno comunque mangiate perché le fibre sono molto importanti per il nostro intestino, ma questo possiamo farlo nel corso della giornata, invece, bevendo un buon estratto multivitaminico lontano dai pasti, faremo il pieno di energia per affrontare nel modo migliore la giornata.

La ricetta dell’estratto multivitaminico che vi proponiamo oggi contiene fragole, barbabietola rossa, menta e aneto.

Prima di scoprire nel dettaglio la ricetta, adiamo a scoprire le proprietà di questi ingredienti:

Fragola

  • L’estratto di fragola è un multivitaminico completo in quanto contiene le vitamine A,B1,B2,B3,B5,B6vitamina C e vitamina E.
  • Aiuta la memoria e le funzioni cognitive grazie alla presenza di acido folico.
  • Ha benefici sul cuore e su tutto il sistema cardiocircolatorio, diminuendo la pressione sanguigna.
  • Combatte il diabete.
  • Migliora l’umore perché stimola la produzione di melatonina serotonina.

Barbabietola rossa

  • Ricchissima di minerali come ramezincomagnesiopotassiofosforocalcio selenio. Il suo colore è dovuto alla presenza di un colorante naturale l’ E 162. Ricca di zuccheri e quindi ad alto potere energetico.
  • Gli zuccheri contenuti infatti sono a basso contenuto calorico e a lento rilascio, perfette per qualunque tipo di allenamento e prestazione sportiva anche di lunga durata.
  • Ha un potere rimineralizzante superiore alla maggior parte dei vegetali e delle verdure.
  • Contiene flavonoidi con qualità antiossidanti e di sostegno al cuore ed alla microcircolazione.
  • Combatte depressione e facilita il sonno grazie al triptofano.

Menta

  • E’ antisettica e rinfrescante.
  • Il mentolo contenuto nella menta ha proprietà che stimolano l’attività gastrica; è quindi un valido alleato contro i problemi di digestione.

Aneto

  • Ha doti depurative e calmanti.

Ingredienti per due bicchieri di estratto mutivitaminico:

  • Fragole                     140 gr
  • Barbabietola rossa     60gr
  • menta                          3 foglie
  • aneto                           3 foglioline

Procedimento:

  1. Tagliare a pezzetti le fragole e la barbabietola rossa.
  2. Versare tutto nell’estrattore, lasciando qualche fragola intera per la guarnizione.
  3. Bere il succo immediatamente.

Queste e altre ricette sane e gustose potete gustarle qui al Ketumbar.

Siamo aperti tutti i giorni dalle 11 alle 3.

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Professione Barman

La professione di barman è da sempre una professione molto ambita, sognare un lavoro nel settore “food & beverage” è più che legittimo, visto il successo di questa figura sia in Italia che all’estero.

Ma chi è il barman ? E quali sono le sue competenze?

Volendo definire la figura professionale del barman possiamo dire che è:

  • un professionista che serve ottimi cocktail;
  • un manager capace di gestire un bancone;
  • una figura lavorativa altamente professionale e ricercata;
  • uno “psicologo” che mantiene e propone discussioni con la clientela;
  • un “buon amico” con cui intrattenere rapporti di cordialità;
  • una persona gentile, decorosa e ordinata dietro al bancone;
  • un buon venditore.

Infatti fare il barman, a differenza di quanto si può immaginare, presuppone uno studio mirato ed un’esperienza sul campo. In Italia per esempio dal 2001 esiste una Federazione  di Barman (FIB), che organizza corsi avanzati per diventare un barman professionista.

Oltre allo studio però occorre avere delle predisposizioni caratteriali come passione, tenacia, ambizione, ma soprattutto estro e creatività.

Il barman ha anche un ruolo molto importante, perché deve allietare i clienti con i migliori cocktail e capire al volo le loro esigenze.

Il compito del barman infatti non si limita solo alla preparazione del drink, ma prevede anche una serie di compiti collaterali, interagendo ed intrattenendo il cliente per soddisfare ogni tipo di necessità. Tutto questo con professionalità ed efficienza: perché lavorare al bar significa anche sempre avere un aplomb impeccabile.

Innovazionefantasia e qualità sono dunque le caratteristiche di un buon barman, che deve cercare di emergere. Infatti non basta per un barman essere bravo, deve sapersi mettere in mostra, deve distinguersi, perché questo fa la differenza in un mercato sempre più saturo e competitivo.

Inoltre occorre puntare sulla qualità, cioè usare sempre liquori o succhi di prima qualità, perché la qualità delle materie prime fa sempre la differenza… in ogni settore.

In ultimo un buon barman deve aggiornarsi, perché il settore in cui opera è in continua evoluzione, i trend sono molti e vanno conosciuti e studiati.

L’attuale trend del settore per esempio vede la sostenibilità anche nei cocktail.

Una tendenza che dal settore food si è trasmesso anche al beverage :  cioè l’uso di materie prime sostenibili per il territorio e fonte di benessere per gli individui. Gli alimenti sostenibili e biologici sono usati quindi anche nei drink.

La parola d’ordine per il 2018 è dunque cocktail sostenibili e sapientemente miscelati.

Ketumbar con i suoi cocktail offre da sempre un modo di bere con consapevolezza scoprendo la via del piacere sano e di qualità.

Che sia per l’aperitivo, la cena o il dopo cena , il “cocktail Ketumbar” è da provare!

Ketumbar- angolo aperitivo

Ma è nel momento dell’ aperitivo,  che mostra meglio le sue potenzialità in quanto offre dei veri e propri “Culinary Cocktails”, in cui il buon bere si incontra all’esperienza gastronomica di qualità.

Riserva un tavolo per il tuo BIO aperitivo!  Prenota

Festa del Bio 2018

La festa del BIO nata nel 2015, è l’imperdibile appuntamento con il mondo del biologico, dove in modo divertente e conviviale viene esaltato un tema non solo buono da mangiare, ma anche e soprattutto importante da conoscere, sostenere e promuovere.

Si tratta di un evento itinerante organizzato dalla Federbio, aperto a tutti, ricco di iniziative: giochi, degustazioni e talk show, allo scopo di coinvolgere anche i bambini.

L’obiettivo della festa del Bio,  è quello di promuovere la conoscenza e il consumo dei prodotti del comparto alimentare nel rispetto dell’ambiente, dell’uomo e della biodiversità.

Tra gli eventi della festa del Bio, c’è anche il concorso “Buono è BIO”, per promuovere la formazione dei cuochi del futuro e avvicinarli all’uso in cucina di prodotti biologici certificati, che prevede il coinvolgimento di cinque Istituti alberghieri con la realizzazione di un BIO Menù: i piatti vengono realizzati in diretta nel corso di alcuni show cooking.

La festa del Bio, edizione 2018, è partita a Milano il 09 Maggio e sarà un tour on the road del cibo biologico certificato, che farà tappa a Torino, Roma, Verona e Bologna.

A Roma approderà il 09 Giugno in Palazzo Venezia e si concluderà nella serata con un evento nuovo e innovativo, il contest : “Una Buona BIOidea”.

Questa appendice della festa del Bio presenterà i progetti degli studenti universitari di Roma più sensibili nei confronti dell’ambiente e orientati alla promozione dell’agricoltura biologica. Questi progetti innovativi ideati da giovani e brillanti intelletti, parlano di un mondo migliore, dove il biologico in futuro la farà da padrone.

In Italia i prodotti bio sono un fiore all’occhiello del settore agroalimentare.

Si sta diffondendo ormai la concezione che i cibi biologici offrono una serie di vantaggi impagabili: hanno un sapore più naturale, sono più appaganti e più sazianti per il palato; sono più controllati dal punto di vista della coltivazione e dell’allevamento e non contengono sostanze d’origine chimica; per produrli, è ridotto lo spreco di materie prime, si rispetta la biodiversità e si riduce l’impatto ambientale.

Ma attenzione biologico non vuol dire vegetariano, anche le proteine derivano da animali allevati biologicamente; nell’allevamento biologico si rispetta il ritmo fisiologico di crescita degli animali e i loro comportamenti naturali, senza forzarli in alcun modo per avere un accrescimento come avviene invece in quelli convenzionali ed intensivi. Inoltre negli allevamenti biologici gli animali sono curati con medicinali omeopatici o fitoterapici, e gli antibiotici vengono somministrati esclusivamente in casi eccezionali, riducendo così il rischio dello sviluppo di batteri resistenti.

Qui al Ketumbar utilizziamo solo materie prime biologiche, verdure, carne e pesce tutto proviene dal rispetto e dal benessere di coltivazioni e allevamenti.

Per noi dunque la festa del Bio è tutto l’anno, in ogni occasione!

Per il prossimo week-end abbiamo organizzato due splendide giornate di Brunch, troverete soprattutto piatti stagionali in un buffet estremamente ricco e sostanzioso sia nelle portate dolci che in quelle salate.

I prodotti utilizzati per la preparazione dei cibi saranno a chilometro zero, privi di additivi chimici e adatti ad ogni esigenza.

Non vi resta che provare il nostro ormai noto “BIO BRUNCH”.

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Marco Polo- guida Roma

(…) Das restaurant Ketumbar its modern eingerichtet. Bei schòmen wetter gibt es die Mòglichkeit, drauBen  zu sitzen. (..)

Vogue – Enjoy an aperitivo

(…)If you want to enjoy an aperitivo before dinner like Italians do, head to Ketumbar, a fun bar that’s also inside Monte Testaccio. With its wide variety of artisanal beers and cocktails, it’s a favorite spot of locals. (..)

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Ricetta Crespelle saracene

Oggi vogliamo deliziarvi con delle ottime crespelle preparate con grano saraceno, un piatto adatto ad ogni stagione.  

Il nome crespelle deriva dal latino “crispus” (arricciato, ondulato) e sono originarie della Francia, usate come simbolo di amicizia e alleanza.

Anche se l’origine delle crespelle risiede in Francia, le stesse si sono diffuse rapidamente in tutta Europa, assumendo anche nomi diversi.

Per esempio in Italia ogni regione ha la sua versione: scrippelle in Abruzzo, miacce in Piemonte, paradelli in Valtellina.

Le crespelle possono essere dolci o salate, quelle salate possono essere consumate sole o come abbinamento a salumi e formaggi.

Oggi vi raccontiamo le crespelle preparate con la farina di grano saraceno, un ingrediente naturalmente privo di glutine, dall’aroma pieno.

Nonostante il nome, il grano saraceno non è il frutto della molitura di un cereale, ma del Fagopyrum esculentum, una specie della stessa famiglia del rabarbaro. Viene quindi definito come la quinoa uno pseudo cereale.

In Italia viene coltivato soprattutto in Trentino e in Valtellina e si caratterizza per un elevato valore biologico: è infatti ricco di aminoacidi essenziali e di fibre, soprattutto solubili, che rallentano l’assorbimento dei carboidrati. E’ inoltre fonte di sali minerali come ferro, zinco e selenio e di antiossidanti.  I suoi semi contengono il 18% di proteine.

Ma andiamo a scoprire la ricetta delle nostre Crespelle saracene:

Ingredienti:

  • Farina di grano saraceno bio 410 gr
  • Amido di mais 40 gr
  • Farina di riso 50 gr
  • H2O 500 gr
  • Lievito secco naturale 5 gr
  • Erbe aromatiche 80 gr
  • Porro 2/3
  • Sale e pepe q.b.
  • Olio di girasole Bio per friggere

Preparazione:

Mescolare le farine in una boule con l’acqua e inserire il lievito precedentemente sciolto.

Unire il porro tagliato a lamelle e le erbe precedentemente sminuzzate.

Lasciare a lievitare coperto in un posto caldo o vicino ad una fonte di calore per 4/5 ore.

Aiutarsi con due cucchiai per creare delle palline disomogenee e friggere in abbondante olio di girasole bio.

Mangiare con gusto !

crespelle saracene – Ketumbar

Queste e altre specialità potete provarle qui al Ketumbar…!

Venite a tovarci !

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Il Messaggero – Marzo 2018: facciamolo Bio

(…) Il set è quello del Monte dei Cocci, in una cornice curata e divertente. (…)

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Il cuoco italiano: espressione di italianità

Abbiamo già analizzato nel nostro blog la professione del cuoco dal punto di vista dell’attitudine e dello studio. Oggi vogliamo approfondire la figura del cuoco italiano, che rappresenta un’entità unica e nazionale di cui andare fieri.

Il cuoco italiano è da sempre considerato un vero e proprio ambasciatore della cucina Made in Italy. Questo perché la cultura gastronomica italiana vanta all’estero una notevole fama e il cuoco italiano ne è semplicemente il fondatore.

Egli infatti può contare su una lunga storia, fatta di tradizione e di valori, come il valore della semplicità e degli ingredienti genuini che il cuoco italiano riesce a combinare, ottenendo risultati memorabili. Inoltre può contare sull’innovazione, poiché da sempre in Italia si studia per proporre sul mercato nuovi prodotti.

Testimonianza di ciò è avvenuta nell’ultima edizione di Cibus (vetrina mondiale dei  prodotti italiani) terminato ieri  a Parma,  dove le Regioni italiane hanno presentato 1.300  prodotti nuovi, a testimonianza dello sforzo di innovazione e di ricerca delle imprese del Made in Italy nel comparto Food&Beverage.

 

Questo conferma le enormi potenzialità, fortunatamente ancora inespresse,  del Made in Italy alimentare e della fortuna che il cuoco italiano ha a disposizione, in termini di  tradizione e innovazione.

Noi del Ketumbar siamo orgogliosi di avere nel nostro team un cuoco italiano che svolge questa professione da più di 20 anni con passione e dedizione: Alessia Arduini.

Per capire meglio la sua professione, abbiamo voluto farle delle semplici domande….

  1.  Alessia da dove proviene la tua passione per la cucina?

Da dove nasce la mia passione per il cibo è una domanda alla quale non saprei rispondere, credo che un’attenzione, passione come curiosità ce l’ho sempre avuta. Mentre ne parlo mi viene in mente un ricordo di quando ero piccola in merito a mio nonno che si occupava dell’orto e nel piatto ci teneva che i peperoni fossero presenti in tutti i loro colori:  rosso, giallo e verde.

  1. Quando hai deciso di intraprendere la professione di chef?

Più che chef mi penso e definisco cuoca e, come tante cose nella vita, è stato più per una serie di circostanze che non una decisione presa a tavolino, io ho studiato per fare la psicologa.

  1. Quale è stato il tuo percorso formativo?

Il mio percorso formativo è per una parte da autodidatta (ho letto moltissime ricette) e per l’altra è costituito da una serie di corsi a Milano alla JOIA Accademy, la scuola di cucina dello Chef Pietro Leemann (Alta Cucina Vegetariana), e poi il contatto con gli altri cuochi e Chef che ho incontrato.

  1. Perché la scelta del biologico?

 Mi appassiona molto il cibo del quale si conosce la storia, il percorso, come la provenienza, il biologico spesso risponde a queste domande.

  1. Perché ti appassiona tanto la cucina vegetariana?

Mi appassiona molto la cucina vegetariana come la pasticceria rivisitata in chiave naturale perché, da una parte è nelle mie corde, mi muove l’istinto, dall’altra è una sfida: cercare di fare qualcosa di buono senza alcuni ingredienti necessari nel caso della pasticceria o senza gli ingredienti importanti.

  1. Quale sarà la nuova frontiera della cucina italiana?

Questa è una domanda alla quale non credo di poter rispondere, però credo che una buona cucina deve cercare di conciliare la tradizione, che poi sono le radici a degli ingredienti di ottima qualità, con un’attenzione alla leggerezza!

 

Venite a provare la cucina della nostra cuoca Alessia…non ve ne pentirete !

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Perché seguire la dieta mediterranea?

Con il termine Dieta Mediterranea, non si intende una vera e propria dieta, ma un regime alimentare tradizionale dei Paesi Europei del Mediterraneo come l’Italia, la Grecia, la Spagna e il Marocco.

Il termine fu coniato negli anni ‘50 dal biologo statunitense Ancel Keys, anni in cui la Dieta Mediterranea si affermò notevolmente a causa della difficoltà economica e della limitazione delle risorse per via della seconda guerra mondiale. Successivamente però, negli anni del boom economico (anni ’60-’70), fu messa da parte perché considerata troppo umile e poco attraente rispetto alle mode che si stavano diffondendo all’epoca, come quella Americana.

A partire dagli anni’90 la Dieta Mediterranea è tornata in auge, diventando un vero e proprio “stile di vita”, non solo nel Mediterraneo ma anche nel continente Americano. Addirittura nel 2010 è stata inserita dall’Unesco, nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità di Italia, Francia, Spagna, Grecia e Marocco; dal 2013 tale riconoscimento è stato esteso anche a Cipro, Croazia e Portogallo.

La dieta mediterranea si basa essenzialmente sull’uso abbondante di alcuni alimenti: cibi di origine vegetale come frutta, verdura, ortaggi, pane e cereali (meglio se integrali), patate, legumi, noci e semi. Tali cibi vanno consumanti freschi, al naturale, di stagione, di origine locale.

Inoltre questi cibi devono essere cucinati o conditi con  olio extra vergine di oliva, come principale fonte di grassi.

Invece i cibi che vanno consumati in quantità moderata sono i seguenti:

  1. latticini
  2. pesce e pollame
  3. uova
  4. carni rosse
  5. vino

 

La Dieta Mediterranea è dunque un insieme di abitudini alimentari  improntate sulla qualità degli alimenti e sulla loro distintività territoriale.

Ma perché è consigliato seguire questa dieta?  

Per prima cosa, come è stato sottolineato in sede di riconoscimento Unesco, la dieta mediterranea promuove l’interazione sociale perché al centro di essa, vige l’abitudine di condividere i pasti in famiglia o con gli amici.

In questa prospettiva, la tavola viene rivalutata come punto di incontro e di riunione. Ma questa unione non riguarda solo le famiglie ma anche i popoli.

Infatti se normalmente le diete dividono, quella mediterranea unisce, non solo perché è trasversale e può mettere alla stessa tavola carnivori, pescetariani, vegetariani,  vegani e crudisti, ma anche perché è un vero esempio di cucina sociale. Il mare Mediterraneo ha sempre facilitato gli scambi commerciali e ha formato nei millenni caratteri comuni tra popoli, accomunati da ingredienti e sapori simili.

Inoltre per la sua stagionalità, la dieta mediterranea è anche amica dell’ambiente poiché prevede il consumo degli alimenti rispettando i ritmi della natura.  Questo si traduce in una riduzione delle coltivazioni in serra e dei relativi impatti ambientali, così come dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani.

In ultimo e non trascurabile fattore, la dieta mediterranea è un alleato della salute, infatti accompagnata da un’adeguata attività fisica e ad un corretto consumo di acqua (almeno 2 litri al giorno), riduce notevolmente l’incidenza di malattie.
Infatti proprio un recente studio realizzato dall’Istat e commentato da Coldiretti, ha mostrato come essa abbia effetti assolutamente benefici sulla salute, portando anche a un aumento dell’aspettativa di vita.

Noi del Ketumbar da sempre sostenitore della dieta mediterranea e della stagionalità dei prodotti, ci avvaliamo di ingredienti freschi, naturali e soprattutto di qualità. Inoltre prediligiamo le materie prime locali e le cuciniamo con la tecnica a bassa temperatura per mantenere inalterato il gusto e le proprietà nutritive.

Mangiare da noi vuol dire mangiare sano, ma con gusto.

Vieni a trovarci per testare la nostra cucina!

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Ricetta dessert: consistenza di frutti rossi e viola

La consistenza di frutti rossi e viola è un dolce al cucchiaio tra i più eleganti e raffinati. Fresco e profumato ha un aspetto invitante e un sapore intrigante.

 

In genere i dolci con la frutta sono belli, buoni e colorati e soprattutto proclamano la stagione più bella: primavera/estate.

Inoltre la consistenza di frutti rossi e viola oltre ad essere deliziosa, è anche un toccasano per la salute, infatti sia i frutti rossi che quelli viola contengono sali minerali e vitamine fondamentali per la nostra salute e rappresentano un modo gustoso e naturale per curare il nostro corpo.

La bella stagione porta con sé frutti ottimi per la salute e il palato, perfetti per fare il pieno di vitamine e sali minerali. I frutti rossi e viola sono tra questi tesori preziosi, da tenere sempre in casa perché sono estremamente versatili, sani e gustosi. Lamponi, mirtilli e fragole sono dei veri concentrati di salute, perfetti sia da soli che per creare dolci light e freschi.

La consistenza di frutti rossi e viola rappresenta un dessert adatto sia come dopo-cena, sia come spuntino pomeridiano.

Ma andiamo a scoprire la ricetta firmata “Ketumbar” :

Consistenza di Frutti Rossi e Viola

Ingredienti:

1kg di fragole

500 gr di mirtilli

800 gr di lamponi

4 cucchiai di olio di riso

4 cucchiai di zucchero di canna

Sakè (q.b per sfumare)

Meringa (q.b.)

Procedimento:

Tagliare 800 gr di fragole a rondelle e saltarle in padella con 2 cucchiai di olio e 2 cucchiai di zucchero di canna. Successivamente sfumarle con mezzo bicchiere di sakè.

Saltare con lo stesso procedimento sia i mirtilli sia i lamponi.

Frullate e filtrate i mirtilli spadellati.

Impiattare i frutti saltati con la salsa di lamponi al centro.

Aggiungere la meringa sbriciolata e le fragole crude.

Note:

Mangiare con gusto !

 

Questi e altri fantastici dolci, preparati dalla nostra pasticcera e non solo Alessia,  li potete gustare qui al Ketumbar dopo un pranzo o una cena o semplicemente per una “dolce pausa” !

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I vantaggi della cottura a bassa temperatura

Che cos’è la cottura a bassa temperatura e quali sono i suoi vantaggi?

La cottura a bassa temperatura è una cottura antica, risalente al 1700. Fu inventata dal conte Inglese Rumford, il primo scienziato ad interessarsi alla cottura dei cibi.
Prolifico inventore, Rumford utilizzò le sue conoscenze di termodinamica, ragionando su quale potesse essere la temperatura realmente necessaria per cucinare i cibi e arrivò al presupposto che tutti i cibi (in particolare la carne) potevano essere cotti a temperature inferiori a 100°C.
A quel tempo i metodi di cottura più utilizzati erano la bollitura e la cottura allo spiedo sul fuoco vivo.

Convinto della validità delle sue osservazioni, inventò anche uno speciale forno e cercò di convincere i cuochi dell’epoca che fosse meglio cuocere la carne mantenendo un leggerissimo bollore, piuttosto che una vigorosa ebollizione che l’avrebbe indurita. Nonostante i suoi sforzi, non riuscì mai a convincere questi cuochi a utilizzare il suo apparecchio per cuocere la carne a basse temperature.

Forno Rumfrod

La cottura a bassa temperatura dunque, nonostante sia così antica, è stata adottata solamente da pochi anni dagli chef di tutto il mondo. Questo tipo di cottura può essere definita “levoluzione tecnologica del bagnomaria”.
E’ una procedura che consiste nella cuocere gli alimenti a temperatura costante compresa fra i 50 ei 65 C°. Può essere applicata a tutti gli alimenti: verdure, carne, pesce purché messi sottovuoto.

Ovviamente i tempi per la cottura a bassa temperatura sono più lunghi, ma il risultato è qualcosa che merita davvero di essere provato.
I principali vantaggi sono:

  • l’alimento si cuoce attraverso il ricircolo del calore;
  • non vi è dispersione di succhi, aromi e principi nutritivi;
  • i cibi sono più teneri e profumati;
  • è garantito il risultato di cottura sia al centro che nella parte esterna: infatti essendo la temperatura fissata e costante, la cottura non andrà mai oltre il grado determinato.

Inoltre con la cottura a bassa temperatura il cibo non entra a contatto con l’acqua dunque non si avrà l’effetto bollito né tantomeno il rischio di ossidazione dell’alimento, anzi risulterà più morbido, saporito, profumato e perfino più digeribile.

Per la cottura a bassa temperatura è necessario disporre di alcuni macchinari indispensabili: un abbattitore, una macchina del sottovuoto e un bagno termostato (apparecchio che possiede una resistenza per riscaldare l’acqua e un termometro che controlla costantemente la temperatura).

Bagno termostato

Qui al Ketumbar utilizziamo da anni la cottura a bassa temperatura. Infatti per garantire una cucina sana e dal gusto autentico, siamo molto attenti alla preparazione dei nostri piatti e soprattutto siamo sempre alla ricerca delle migliori attrezzature d’avanguardia.

Pesce cotto a bassa temperatura- KETUMBAR

La nostra filosofia è infatti quella di offrire piatti sani ma gustosi e saporiti.

Sbriciate un piccolo estratto del nostro menù (clicca qui) e venite a provarlo !

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Testaccio: storia e riqualificazione di uno splendido rione

Il rione Testaccio, ventesimo rione di Roma compreso tra via Marmorata, le Mure Aureliane e il fiume Tevere, è una delle zone più fervide e intriganti di Roma.

La sua è una storia molto antica, risale a 2000 anni fa: Testaccio era infatti il porto cittadino che veniva usato per lo scambio delle merci dall’Impero Romano, poi negli anni è diventato il quartiere della classe operaia. Oggi grazie alla presenza di arte, cultura e cibo ha cambiato molto la sua reputazione, acquisendo un’anima radical chic.

Il nome Testaccio deriva dal latino “Mons Testaceum”,  il Monte dei Cocci presente nella zona, un monte di 35 mt di altezza, composto da antiche anfore olearie (cocci o testae in latino), che arrivavano dal porto fluviale del Tevere e, dopo essere state svuotate, venivano gettate dagli antichi Romani.

La zona di Testaccio è ricca di storia, ma possiede una duplice personalità: in ogni angolo infatti si respira tradizione e innovazione.

Uno dei posti più rappresentativi è l’ex Mattatoio di Testaccio, un complesso enorme usato per la macellazione delle carni fino al 1975.

Oggi dopo un’attenta riqualificazione è diventato uno straordinario polo culturale: i vecchi padiglioni ospitano infatti, il Dipartimento della facoltà di Architettura di Roma tre, l’Accademia di Belle Arti, la Scuola popolare di musica di Testaccio e il Macro-Testaccio, sede distaccata del Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Ma il Macro non è solo arte, infatti una parte dello spazio dietro il Museo, è utilizzato dalla Città dell’Altra Economia, dove si tengono eventi ed incontri per la promozione dell’agricoltura biologica, del commercio equo-solidale e delle discipline e filosofie connesse alla rinnovabilità e all’economia consapevole.

 

La riqualificazione urbana del rione Testaccio ha raggiunto l’apice nel 2015 grazie alla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma che ha realizzato il progetto del Museo diffuso, un progetto partito nel 2005 contemporaneamente alla nascita di un nuovo mercato coperto in Via Galvani (Nuovo Mercato Testaccio).  Infatti l’area sotterranea al mercato ospita un sito archeologico eccezionale di 7000 mq dove è possibile  ammirare i resti di edifici di età romana risalenti a un periodo compreso tra il I e il III secolo d.C., rappresentati da un grande magazzino (horreum )e da un’area sottostante destinata al deposito e al riuso dei frammenti delle anfore.

Ma il progetto di riqualificazione di Testaccio non riguarda solo il Nuovo Mercato Testaccio o l’ex Mattatoio, anche il famoso Campo Testaccio, prima sede dell’Associazione Sportiva Roma (dal 1929 al 1940), dopo anni di abbandono, usato solo come parcheggio,   tornerà ad essere  una struttura sportiva. Lo ha ribadito a gran voce l’assessore dello sport il 7 Marzo c.a., nel suo incontro con gli uffici competenti presso lo stesso Campo Testaccio.

(progetto riqualificazione Campo Testaccio)

Infine la riqualificazione di Testaccio non sembra fermarsi qui, proprio da pochi giorni, esattamente il 15 Marzo c.a., la Giunta Capitolina, sempre in un’ottica di riqualificazione dell’Ex Mattatoio, ha stabilito che la Galleria delle Vasche della Pelanda (zona che veniva usata nel passato per pelare i suini) venga messa a disposizione dal Dipartimento Sport e Politiche Giovanili, a titolo gratuito, per attività culturali ed artistiche. Si tratta di un locale di 800 mq e cinque atelier di 30 mq ciascuno, che comprende un palcoscenico e vari impianti di illuminazione teatrale, di videoproiezione, di ripresa e di diffusione sonora.

Tanti progetti dunque, degni di nota… Testaccio offre veramente tanta bellezza, è uno storico angolo di Roma da scoprire e ammirare, che va migliorando di anno in anno.

Noi del Ketumbar siamo lieti di appartenere a questo luogo e respirare quotidianamente la storia di una delle città più belle del mondo. Con la nostra cucina, attenta alla tradizione ma con un occhio rivolto all’innovazione, cerchiamo di non deludere le aspettative di un pubblico esigente.

Non vi resta che venire ad ammirare questo incredibile rione e magari passare da noi per provare una delle nostre squisite pietanze.

Vi aspettiamo !

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Brunch a Roma per la festa del primo Maggio

(…)Al Ketumbar di Testaccio il bio brunch del sabato e della domenica è un punto fermo del locale. Il menu del buffet, che va dagli antipasti ai dolci, è sempre diverso, a seconda della stagionalità dei prodotti. Troverete, tra le varie portate, cous cous marocain, cicoria e patate affumicate, spezzatino sfumato al vino rosso, pollo, peperoni e rosmarino, sfoglia integrale con rucola, parmigiano e pomodorini e panzanella “a modo nostro”. E poi altre specialità vegetariane e vegane e i dolci Alessia come il tiramisù senza mascarpone, crema particular e cheese cake. E’ sempre confermata la formula baby brunch con menu bambini e area a loro riservata dove potranno partecipare ai laboratori e attività con le assistenti qualificate. (…)

Fave e pecorino: il piatto di Rugantino

       “Da secoli la fava quanno è fresca
        s’aggusta soprattutto assieme ar cacio e tantoppiù si è quella romanesca“.

                                                                             Aldo Fabrizi (1905-1990)

L’abbinamento fave e pecorino sembra avere origine nella Roma Capitolina, ai tempi di Rugantino, er bullo de Trastevere, il giovane arrogante e strafottente ma in fondo buono e amabile.

 

Questo piatto romano (“fave e pecorino, mangiati insieme”) nasce come uno capriccio alimentare, ma è diventato negli anni una prelibatezza gastronomica, che ha scavalcato i confini del Lazio per diffondersi in tutta l’Italia.
E’ un piatto, quello delle fave e pecorino, tipicamente primaverile che si mangia nel mese di Maggio, in particolare il 1° maggio, il giorno della Festa dei Lavoratori. Rappresenta dunque un’allegra tradizione culinaria poiché legata ad un giorno di festa, di libertà.

La tradizione della giornata di svago, risale già ai tempi degli antichi Romani, per celebrare l’arrivo della primavera, con un pranzo ricco di leccornie ma poco impegnativo, per stare con chi si ama e augurargli felicità e prosperità, e condividere al tempo stesso riposo e spensieratezza.

Le fave e il pecorino sono in questo senso l’abbinamento perfetto: sfiziose, leggere, facili da preparare e conservare, ancora più buone se abbinate ad un vino rosso frizzantino. Quello che accomuna questi due alimenti, che li ha resi inseparabili nel tempo, sono proprio la semplicità e le loro proprietà nutritive.

Infatti sia le fave che il pecorino posseggono tante vitamine. Le fave, consumate fresche sono anche un ottimo energizzante in caso di affaticamento fisico e mentale. Inoltre tra i legumi risultano essere le meno caloriche, dunque va benissimo abbinarle al pecorino, alimento decisamente più sostanzioso.

Questo piatto insieme a tantissime altre pietanze primaverili, saranno presenti nel brunch del 1° Maggio qui al Ketumbar.
Un brunch all’insegna della convivialità e dello stare bene insieme!

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Ricetta vignarola: un contorno che profuma di primavera

Oggi vogliamo allietarvi con una ricetta primaverile semplice quanto gustosa : la Vignarola.

Antica  ricetta contadina della regione Lazio, la Vignarola  è composta da ingredienti  tipici della splendida stagione fiorita. L’origine del nome rimanda al termine “vignarolo”, termine  romano usato per indicare  il vignaiolo, l’ortolano.

Le origini della vignarola sono lontane, pare che il piatto sia stato inventato e poi tramandato dai viticoltori della zona di Velletri, che preparavano al ritorno dalle vigne questa ricetta, utilizzando le verdure appena raccolte nell’orto.

Le verdure della stagione primaverile come fave e piselli venivano infatti  piantate lungo i filari di vite, e poi venivano  raccolte poco dopo la prima sbocciatura. Fave e piselli venivano poi  unite agli ultimi carciofi della stagione e al guanciale.  Il guanciale come suggerisce lo stesso nome, “la guancia del maiale”, è una striscia di grasso affumicato contenente una  venatura di magro all’interno, opportunamente condita e stagionata.

Ma andiamo ad analizzare gli ingredienti che compongono la Vignarola:

Ingredienti per 2  persone

2  carciofi romaneschi
80  g di guanciale (o pancetta)
1/2 kg  di fave da sgranare
1/2  kg di piselli da sgranare
1 piccolo cespo di lattuga romana
1  cipollotti freschi
olio extra vergine di oliva
mentuccia romana
2-3  mestoli di brodo vegetale
sale

Il procedimento è semplice e la durata della cottura è di circa 30 minuti.

Il primo passo è preparare un brodo vegetale. Occorre  farlo semplice con carota, sedano e cipolla, senza l’aggiunta di sale o pepe.

Mettere i cipollotti affettati in padella e farli imbiondire assieme al guanciale con olio extra vergine di oliva.
Quando il guanciale è ben rosolato, tagliare a spicchi i carciofi, ed aggiungerli.
Far rosolare i carciofi per qualche minuto.
Unire le fave ed i piselli e mescolare.
Salare leggermente e bagnare con 2 mestoli di brodo caldo.

Coprite a metà il tegame, abbassate un po’ la fiamma e lasciate stufare fino a cottura di tutte le verdure.
Dopo circa 10 minuti di cottura, aggiungere la lattuga e mescolare.
In 20 minuti circa, dall’aggiunta del brodo, la vignarola è pronta.
Le verdure devono essere cotte al dente.

La vignarola va gustata tiepida, con una spolverata di  mentuccia.

Queste e altre specialità tipiche primaverili potete gustare nel nostro bio  brunch del 25 Aprile !

KETUMBAR

Non mancate !

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